L'Associazione Gente dell'ATI sostiene La "Fondazione Inclusione Salute e Cura Roma Litorale" ex "ANFFAS Ostia"
L'adesione all'Associazione Gente dell'ATI prevede la condivisione del sostegno alla "Fondazione Inclusione Salute e Cura Roma Litorale" ex "ANFASS" che vale come partecipazione all'attività Associativa. Modalità di adesione tramite quota di solidarietà mediante :c.c. intestato a Anffas n.92154426 ,oppure bonifico Unicredit Banca Viale della Marina Ostia IT23G0200805294000400525715 intestato Anffas Ostia Onlus via del Sommergibile snc 00121 Roma ,oppure Bancoposta IT93J0760103200000092154426 intestato Anffas Ostia via del sommergibile snc 00121 Roma. Causale da inserire: G.ATI Nome Cognome (di chi versa) Oblazione Fondazione ISC Roma litorale ex Anffas
Ass.Culturale Gente dell’ATI (estratto statuto)
Art 1 Scopi
- Favorire i contatti tra tutti coloro che hanno lavorato presso la società ATI- Organizzare incontri e Convention tra i soci
- Svolgere un’opera di informazione nell’ambito del mondo aeronautico sull’esperienza dell’ATI
- Raccogliere materiale ,documenti e testimonianze dell’attività dell’ATI
-Promuovere e sostenere ricerche e studi nell’ambito dell’aviazione commerciale
- Promuovere azione di solidarietà tra socie/o altri...... omissis
Il Perché dell'ATI
Se si potesse salire su quel filo invisibile che ha legato gli animi delle donne e degli uomini ATI nell’avventura iniziata negli anni 60 ed attraversare silenziosamente il percorso dei loro pensieri e dei loro desideri avremmo capito il perche’ dell’ATI.
Il perché un manipolo di persone messe insieme in un ambiente sperimentale e abbastanza improvvisato , cresciuto senza perdere le sue caratteristiche , abbia cementato quella unione di identità che li fa’ ritrovare ogni anno insieme compatti come se fosse il primo giorno. Capelli bianchi sormontano le fronti di quei giovani sempre rimasti tali nell’animo e nella volontà.
E’ stato un gruppo che ha lavorato sempre al massimo ,forse “a dispetto” di chi non lo considerava ,sempre teso all’obiettivo del compimento della missione.
In Ati la semplicità è stata l’essenza dei comportamenti,l’involucro ove per molto tempo si è nascosta una potenzialità fortissima,la strada che ha sempre portato alla positività dei risultati ,ad uno standard così costantemente elevato che per questo non appariva e non faceva notizia. Se c’è stato un piccolo difetto,possiamo considerare tale quello di non essersi proposti all’esterno forse perché paghi della soddisfazione di aver fatto il proprio dovere.
La scarsa visibilità esterna ha fatto pensare all’Ati come ad un oggetto misterioso “Chi sa cosa si farà là dentro ?”
Questo era il pensiero di chi passava davanti alla palazzina grigia presso lo scalo nazionale di Fiumicino o alla palazzina direzionale di Capodichino.
A Napoli la grande famiglia viveva tranquilla ,tutti si conoscevano e fraternizzavano senza vivere quelle conflittualità intercategoriali molto conosciute in altre realtà. L’intesa tra i membri degli equipaggi è sempre risultata solida, finalizzata alla operatività del volo che veniva garantita dalla professionalità di tutto il personale .
Quando negli ultimi anni c’è stato un aumento ed una diversificazione delle attività con nuovi settori come i voli internazionali ,l’attività charter e lo sviluppo delle attività tecniche di manutenzione ,il popolo ATI ha risposto alla grande con una capacità ed una “violenza” di impegno che ha sorpreso chi temeva forse una reazione di tutt’altro tipo. E’ stato quello il momento della “liberazione”, anzi dell’esplosione delle potenzialità a tutti i livelli ed in tutte le categorie.
Si sono scoperte potenzialità inimmaginabili nei singoli che nel momento della diaspora conseguente alla chiusura della compagnia ,hanno reso possibile la testimonianza del modo di essere ATI oltre l’ATI stessa.
Questo grazie sì alle capacità dei singoli ma anche sicuramente,e questo riguarda pure i meno fortunati nel trovare un giusto riconoscimento alla loro validità ,alla saldezza di quel “filo invisibile”….. Come possiamo definirlo?
Forse il modo più giusto è quello di pensare ad una anomala percentuale di brave persone che si sono ritrovate insieme e che hanno saputo,nel rispetto reciproco ,aumentare la loro forza ,dando sempre il meglio di se stessi.
La consapevolezza di questo li fa ritrovare ,uniti come sempre .
Leopoldo Pavoni
L'Aero Trasporti Italiani 1964-1993
Sintesi della Tesi di Laurea di Alessandro Narciso Università Federico II - Napoli
L’Aero Trasporti Italiani, nel trentennio in cui ha operato nel mercato nazionale del trasporto aereo ha realizzato una costante serie di positivi risultati di gestione. Tali risultati venivano ottenuti oltre che dalle garanzie indotte dalle barriere poste all’ingresso nel mercato di altri operatori e rafforzate dall’appartenenza alla compagnia di bandiera Alitalia, anche dall’intervento negli stessi bilanci di partite straordinarie derivanti da programmi di finanziamento, defiscalizzazione e accesso al credito agevolato.
Le fasi che consentono di ottenere un’analisi del suo processo globale, si possono ricondurre a tre: la prima, dalla costituzione e fino alla crisi petrolifera degli anni settanta; la seconda iniziata nel corso del periodo di crisi petrolifera e fino all’entrata in vigore della deregolamentazione del mercato; infine, l’ultima che si realizzò fino alla fusione per incorporazione nella capogruppo, decisa nel corso dell’attuazione del piano di riassetto industriale.
La compagnia venne costituita dall’Alitalia che ne possedeva l’intero pacchetto azionario, sulla base di un progetto la cui analisi consente di scinderlo in più aspetti: il primo era relativo alla realizzazione di un operatore capace di contribuire allo sviluppo di una domanda di trasporto aereo nel meridione e di collegare lo stesso ai poli industriali del paese; il secondo aspetto prendeva corpo nelle ipotesi di contrastare altri progetti portati avanti da gruppi privati e tesi a realizzare la stessa forma di servizio; un ulteriore aspetto e forse quello di maggiore importanza, era la possibilità di ottenere fondi ed altre forme di finanziamento, all’epoca resi disponibili, per consentire lo sviluppo del settore trasporti nel meridione.
Nel corso degli esercizi, la società fu capace di condurre un’adeguata gestione del proprio servizio, senza mai trascurare le azioni che potevano rappresentare opportunità di sviluppo. Infatti essa, oltre ad impegnarsi nel miglioramento e potenziamento del prodotto trasporto nazionale da e per il meridione, acquisì in seno alla sua operatività, contratti con diverse autorità nazionali, come gli accordi con il Ministero della Difesa per il primo servizio nazionale di Radiomisure e, con l’Amministrazione delle Poste, per il servizio di trasporto degli effetti postali. Ma anche aggiudicandosi gare internazionali che le consentirono di espandere il suo raggio di azione. Già nei primissimi anni di servizio, valicò i confini nazionali, con la conduzione dell’operativo dei voli di linea in Libia, prima del colpo di stato di cui fu oggetto la stessa nazione nord africana. Nel corso dei primi esercizi, i bilanci, supportati dai contributi e dalle sovvenzioni elargite per il servizio fornito nelle aree deficitarie del paese, esponevano risultati positivi ed incoraggianti per il prosieguo dell’attività.
Con l’avvento della crisi petrolifera e il parallelo aumento del rapporto di cambio lira/dollaro, la società, così come tutta l’economia mondiale, subì un rallentamento nella sua gestione. Fu forse questa la fase in cui si poté apprezzare maggiormente la capacità gestionale dei suoi dirigenti.
Questi anni, seppur sempre sostenuti da un consistente flusso di partite extra gestionali, diedero la luce a strutturati programmi e strategie tali da consentire alla compagnia di sostenere e superare senza eccessive perdite il periodo di crisi. Una crisi che si ripercuoteva, a causa della sua natura, legata alla moneta statunitense, su diversi aspetti delle voci di costo della società. Infatti, oltre a quello del carburante, in dollari, venivano sostenuti pure i costi relativi alla manutenzione velivoli ed alle prestazioni di handling. Superata la fase di crisi, riuscendo a produrre dei buoni coefficienti di utilizzazione, anche grazie alle azioni di razionalizzazione dell’operativo, la società si trovò nella terza fase della sua gestione a dover confrontare, i valori fino ad allora espressi, con la concorrenza estera.
Questo, fu il periodo in cui l’entrata in vigore delle norme che deregolamentavano il settore del trasporto aereo consentirono alle compagnie estere di poter entrare nel mercato nazionale. Cadute le barriere contro la concorrenza, si rivelò fondamentale attuare delle politiche di gestione capaci di mantenere inalterata la competitività della compagnia. Tali azioni, si concretizzarono nell’acquisizione da parte dell’ATI, di partecipazioni in altre società di trasporto aereo. Azioni orientate verso compagnie operanti nel settore dei voli di terzo livello. La scelta verso questo tipo di operatività consentiva alla società di rafforzare la sua leadership in questa fetta di mercato e nello stesso tempo, rafforzava la capogruppo Alitalia, fornendole un servizio sussidiario al proprio caratterizzato da un servizio di trasporto aereo intercontinentale.
Questa attenta gestione affinata con l’esperienza ormai ultraventennale della società le consentì di continuare a realizzare risultati operativi estremamente positivi, seppur sempre sostenuti da un importante livello di partite extra gestionali.
La società giunse alla chiusura del suo ultimo esercizio con una evidente capacità di produrre reddito e di contrastare agevolmente la concorrenza generatasi con le mutate regole del mercato, ma le scelte condotte dalla dirigenza della capogruppo ed approvate nel piano di riorganizzazione industriale del gruppo Alitalia, non lasciarono spazio ulteriore alla società ATI, avendo deciso l’incorporazione per fusione nella capogruppo.